Gli americani gli hanno già trovato un nome: “Zoom fatigue”. La fatica da Zoom. E qui Zoom rappresenta tutti gli strumenti per le conference call, i webinar, la collaborazione, ecc. E prontamente Harvard Business Review ci pubblica un articolo: “How to Combat Zoom Fatigue”. L’ho letto, ho rivisto la mia esperienza di queste settimane e ho scelto alcuni elementi che condivido e che metterò in pratica.
Innanzitutto, facciamocene una ragione: stare ore in video call è faticoso. Se ne facciamo molte, alla fine della giornata siamo esausti.
Perché sono faticose? Le ragioni sono diverse. La prima è che dobbiamo concentrarci di più per assorbire ogni informazione. Non abbiamo nessuno di fianco, come nelle riunioni in presenza, cui chiedere sottovoce un chiarimento. Secondo, dobbiamo combattere contro molte distrazioni; alcune provenienti da casa, altre cercate da noi (e-mail, cellulare, Slack, ecc.).
E poi, la fatica deriva da come processiamo le informazioni. In video dobbiamo tenere il nostro sguardo costantemente sulla webcam controllando, allo stesso tempo, come appariamo agli altri. Un doppio processo che in presenza non accade. In presenza controlliamo ogni tanto il nostro non verbale, ma ci limitiamo forzatamente al corpo. Nessuno andava (andrà) alle riunioni con uno specchietto. Abbiamo, ora, due dispendiosi processi che devono essere portati avanti contemporaneamente. Dobbiamo veramente?
Possiamo fare qualcosa per attenuare questa fatica?
Possiamo evitare il multitasking e lasciare un quarto d’ora fra una video call e l’altra. Ma soprattutto…
1. Riduciamo gli stimoli visivi
Possiamo scegliere di non vederci. Ecco come fare con Zoom. Controlliamoci all’inizio e poi… spegniamo la nostra immagine.
Ma la nostra attenzione è impegnata anche su altri fronti. Ammettiamolo, guardiamo con attenzione le case dei nostri interlocutori. I libri che legge (o che mette in favore di telecamera per farlo credere), l’arredamento, i quadri, i soprammobili. Se fossimo in una sala riunioni questo non accadrebbe. Quindi, se abbiamo il potere di farlo, usiamo e facciamo usare i virtual background (ma non gif di spiagge caraibiche perché sarebbe come girare il coltello nella piaga). Possiamo anche concordare che solo chi parla attiva la propria webcam.
E questo ci porta al secondo suggerimento.
2. Usiamo il (solo) telefono
Improvvisamente lo standard è diventato il vedersi in video. Combattiamo questa tendenza. Se non è veramente necessario – e raramente lo è – limitiamoci al telefono, specialmente con persone che non conosciamo bene. La video chiamata è intrusiva, sentiamoci liberi di suggerire una semplicissima telefonata.
Non credo si tornerà a viaggiare per partecipare a riunioni di lavoro, non come avveniva fino a tre mesi fa. Utilizzare gli strumenti digitali è una competenza che dobbiamo sviluppare. E non riguarda solo gli aspetti tecnici di un tool, riguarda soprattutto il nostro “funzionamento”.