C’è chi dice che il business coaching sia la chiave per il successo, il segreto dietro i leader più visionari. Poi ci sono gli scettici, quelli che lo vedono come l’ennesima trovata per spillare soldi alle aziende. Dove sta la verità?
È un cambio di paradigma o un’illusione ben confezionata? Piuttosto che snocciolare dati e teorie, proviamo a vederlo in azione, nella vita reale.
La confusione attorno alla figura del coach
Il mondo del coaching è una giungla. C’è il coach con solide basi, quello “con esperienza diretta sul campo” (qualsiasi cosa significhi), il guru della motivazione e il tizio che ha letto due libri e si è autoproclamato esperto di crescita personale.
Risultato? Un caos totale, in cui le aziende cercano aiuto e spesso trovano solo fumo negli occhi. Eppure, il coaching vero esiste. Non è magia, non è ipnosi da palcoscenico e, soprattutto, non è “visualizza e realizza”.
Un coach serio fa domande scomode, non dice alle persone quanto sono speciali e uniche. Il suo ruolo? Portare consapevolezza e far emergere strumenti pratici per migliorare davvero.
Come le aziende possono difendersi dai falsi coach
Il problema è che molti si vendono bene. Promettono “successo garantito” in tre sessioni, con frasi motivazionali prese da Instagram e zero esperienza reale. Come evitarli?
Ecco qualche consiglio:
- Chiedi qualifiche riconosciute: I coach seri non spuntano dal nulla. Scegli chi ha qualifiche EMCC o credenziali ICF, che richiedono formazione rigorosa e standard professionali elevati.
- Chiedi casi reali, non recensioni entusiaste: Se le testimonianze sembrano uscite da una televendita, allontanati.
- Fai una prova gratuita (si chiama “chemistry meeting”): Se in mezz’ora non hai imparato nulla di utile, immagina cosa succederà dopo dieci sessioni.
- Stai alla larga dai guru illuminati: Se inizia a parlarti di vibrazioni, energia universale o del “volere è potere”, corri.
Un team che non funziona (e un coach che entra in gioco)
Immagina un team bloccato: riunioni infinite, incomprensioni, gente che si guarda male alla macchinetta del caffè. Poi arriva il business coach. Ma non quello che ti dice di “pensare positivo”. Quello vero.
Dopo poche settimane, il team impara a parlarsi davvero, smette di farsi la guerra e prende decisioni senza infiniti giri di parole. È magia? No. È solo qualcuno che ha fatto le domande giuste al momento giusto.
Il coaching cambia la modalità di lavoro?
Sì, ma non nel modo che pensi. Non è un corso di leadership in cui esci illuminato. È un processo che mette a nudo i problemi e ti costringe a risolverli. Cosa succede quando funziona?
- Le riunioni diventano più brevi: meno parole, più sostanza.
- I leader smettono di giocare ai pompieri: delegano sul serio, invece di spegnere incendi tutto il giorno.
- I conflitti si risolvono prima che degenerino: perché le persone imparano a parlarsi senza drammi.
- Le idee non restano solo sulla carta: si passa dal brainstorming eterno all’azione.
La rivoluzione del Coaching in ambito HR
E l’HR? Lì il coaching fa miracoli, se usato bene. Trasforma i colloqui di selezione in qualcosa di utile (invece del solito “Dove ti vedi tra cinque anni?”).
Cambia il modo in cui le aziende trattano le performance review, eliminando il vecchio sistema di giudizi e sostituendolo con un dialogo continuo.
E, sorpresa: riduce il turnover. Perché le persone che si sentono valorizzate e supportate tendono a restare.
Coaching e tecnologia: un binomio vincente?
Ora c’è pure l’AI che vuole fare il coach. Sì, ci sono strumenti digitali che danno feedback, simulano scenari di leadership e analizzano i progressi. Io li utilizzo.
Ma secondo EMCC Global, la tecnologia deve essere un aiuto, non un sostituto. Nessun algoritmo capirà il tono di voce di un manager frustrato o il silenzio imbarazzato di un dipendente che non sa come esprimersi. Non ancora, quantomeno.
Quindi, funziona o no?
Se il coaching fosse solo teoria e belle parole, nessuna azienda lo adotterebbe.
Ma quando è fatto bene, cambia tutto. Il problema non è se funzioni, ma se hai trovato il coach giusto o solo un venditore di fumo.
La prossima volta che qualcuno ti dice di poter rivoluzionare la tua azienda con una frase motivazionale, sorridi e cambia argomento.