Warren Bennis e Robert Thomas intitolavano un loro articolo, apparso nel lontano 2002 su HBR, “Crucibles of Leadership“. Crucible è il crogiolo, ma l’immagine e il senso mi porta al concetto di forgiatura, così userò l’espressione “fucina della leadership”.
L’idea, in breve, è questa. Perché un leader ispira fiducia, lealtà e impegno mentre altri – con la stessa visione e la stessa intelligenza – inciampano? Un indizio ce lo fornisce il loro atteggiamento di fronte alle difficoltà. I grandi leader imparano dagli eventi più negativi, e in questi trovano un senso. Come l’Araba Fenice risorge dalle proprie ceneri, i veri leader emergono dalle difficoltà più forti, più fiduciosi nel loro scopo e più impegnati nel loro lavoro. Questi eventi trasformativi sono chiamati forgiatura, una prova severa. I cicli di forgiatura sono intensi, spesso traumatici, e sempre imprevisti.
I due autori credono che i leader posseggano quattro skill essenziali e sono le stesse che permettono a una persona di trovare il senso in quella che potrebbe risultate un’esperienza debilitante.
Quattro skill essenziali
La prima è la capacità di coinvolgere gli altri, la seconda una voce convincente, la terza l’integrità. Ma quella più importante è la quarta, quella che gli autori chiamano “capacità adattiva” ed è composta da due qualità primarie: la capacità di comprendere il contesto e la robustezza (hardiness), la resilienza.
Possiamo pensare alla robustezza o alla resilienza come a un tratto, una qualità che possediamo o che ci manca. Ma in The Resilience Factor, gli psicologi Karen Reivich e Andrew Shatté identificano sette comportamenti che caratterizzano le persone che sanno adattarsi e perseverare di fronte alle avversità:
Sette abilità
“Come possiamo rendere qualcuno più resiliente? Il nostro lavoro sulla natura della resilienza dimostra che è composta da sette abilità: regolazione delle emozioni, controllo degli impulsi, empatia, ottimismo, analisi causale, autoefficacia e ricerca [ricerca del sostegno degli altri]. Questi sette fattori concreti possono essere misurati, insegnati e migliorati.”
Questo conferma la visione di Carol Dweck sul mindset dinamico (growth mindset).
Ed Batista – Executive Coach, in un suo recente articolo ha scritto: “Non c’è una singola azione per espandere immediatamente le nostre capacità, ma ci sono comportamenti che ci aiutano a migliorare la nostra resilienza: qualche forma di consapevolezza, esercizio fisico regolare, e sonno sufficiente . Anche se è ovviamente difficile impegnarsi in queste attività in un momento di crisi – e diventerà più difficile nel tempo – sono investimenti, non indulgenze.
Chiudo questa selezione (mi considero una specie di reader’s digest, niente di più) con una considerazione dello stesso Ed Batista: “I leader sono più importanti che mai come fonti di sostegno agli altri, eppure sono spesso soli. Sentono il dovere di essere una fonte di calma e di speranza e questo gli impedisce di condividere paure e ansie. Se vi sentite allo stesso modo, vi esorto a identificare le persone della vostra vita che sono capaci di entrare in empatia con le vostre sfide e rimanere in contatto con loro.”