Le semplificazioni portano ai dogma

  • “Si inizia sempre con il definire un obbiettivo”
  • “Fai solo domande”
  • “Mira sempre al cambiamento”
  • “Non dare mai consigli!”

Alzi la mano chi, nel percorso per diventare Coach (ma anche dopo), ha ricevuto queste istruzioni.

Tutti. Va bene, abbassatele.

Sabato 16 novembre, seconda giornata della Conference 2024 di EMCC Italia .

Se era rimasto in piedi qualche luogo comune dal giorno prima – difficile dopo Robin Shohet – ci ha pensato Tatiana Bachkirova con l’aiuto di Alessandro Pegoraro (grazie!).

Tatiana Bachkirova è una figura di spicco nel campo del coaching psicologico. È Professoressa di Coaching Psychology e Co-Direttrice dell’International Centre for Coaching and Mentoring Studies presso la Oxford Brookes University nel Regno Unito.

Nel suo ruolo accademico, insegna in programmi post-laurea e supervisiona studenti di dottorato. Inoltre, è una supervisore di coaching e guida un programma internazionale di Advanced Study in Coaching Supervision.

Contenuto dell’articolo

Tatiana Bachkirova è nota per il suo approccio critico e riflessivo al coaching, particolarmente per il suo rifiuto dei dogmi e delle pratiche standardizzate che possono limitare la crescita e l’efficacia del coaching come disciplina.

Nel tempo in cui siamo stati collegati, Tatiana Bachkirova , ci lasciato una quantità di spunti.

Eccone alcuni.

1. Riflessione critica

Bachkirova promuove un coaching che invita i professionisti a interrogarsi costantemente sulle loro pratiche, anziché seguire rigidamente modelli o teorie specifiche. Insiste sull’importanza di contestualizzare gli strumenti e le tecniche al cliente e alla situazione, evitando una “applicazione cieca” di formule preconfezionate.

2. Sviluppo adulto e coaching trasformativo

Un concetto centrale nel suo lavoro è il coaching come strumento per facilitare lo sviluppo adulto, basato sul lavoro con il “Sé”. Questo approccio si oppone all’idea che ci siano soluzioni uniche o percorsi lineari per il cambiamento, sottolineando invece l’importanza di esplorare le complessità e le ambiguità delle esperienze personali.

3. Supervisione critica

Bachkirova sottolinea che anche i coach devono affrontare i propri pregiudizi e sfidare le ipotesi implicite. La supervisione, secondo lei, è essenziale non solo per migliorare le competenze tecniche, ma per promuovere un pensiero critico e uno sviluppo continuo del coach stesso.

4. Rifiuto del “coaching positivista”

Un altro aspetto della sua critica riguarda l’idea di coaching come semplice “ottimizzazione delle performance”. Per Bachkirova, il coaching dovrebbe andare oltre il mero raggiungimento di obiettivi tangibili e considerare aspetti più profondi e complessi dell’esperienza umana.

6. Inclusività teorica

Piuttosto che promuovere una singola teoria o metodo, Bachkirova incoraggia l’integrazione di diverse prospettive. Questo approccio multidisciplinare permette ai coach di affrontare le sfide dei clienti in modo olistico e su misura.

Considerazione personale: i dogmi danno sicurezza, ma è solo apparente.